Van Gogh
Il disegno a carboncino testimonia una fase molto precoce della folgorante storia di artista di Vincent Van Gogh, approdato alla pittura proprio in questi anni, a seguito di un passato fallimentare come mercante d’arte e come predicatore. Nota, notissima, è la tormentata biografia di Van Gogh, il suo rapporto intensissimo con la pittura, il suo ruolo fondamentale nell’approccio all’espressione artistica delle generazioni successive. Meno celebri sono certamente gli anni della sua formazione. Cresciuto in una famiglia molto colta, Van Gogh è ben lontano dall’immagine del folle che dipinge seguendo l’istinto che spesso si è voluto fare di lui. Interessante, ad esempio, proprio nelle prime fasi della sua maturazione artistica, l’approccio al disegno e al bianco e nero. Un interesse che egli ribadisce più volte nelle sue lettere, come ad esempio fa nel 1883 quando scrive che “il bianco e nero è un mezzo che in molti casi consente di ottenere su carta, in un tempo relativamente breve, effetti che, resi con un altro procedimento, perderebbero gran parte di quella che viene detta spontaneità”. Interessato all’uso del gesso nero e del carboncino, come in questo caso, e poi con maggior assiduità della grafite, Van Gogh si dedicherà spesso al disegno, considerandolo una parte importante della sua produzione. Questa figura a mezzo busto appartiene a una serie di ritratti dei pensionanti dell’ospizio dell’Aja, realizzati a partire dal settembre del 1882.