DEGAS

Degas
Le ballerine sono senza dubbio il tema iconografico più noto della produzione di Degas. La bellezza del soggetto non ci tragga in inganno… Degas non è attratto dal fascino delle danzatrici né intende rappresentarne la grazia. Per sua stessa ammissione, egli studia le ballerine come si indagherebbe un animale o un automa. Osserva i movimenti e le contorsioni cui le danzatrici sottopongono i loro esili corpi, ritrae le loro anatomie come disegna quella di un cavallo al galoppo. Il suo è uno sguardo curioso, spietato, che concede al bello lo stretto necessario, e che mira piuttosto a catturare tutta la freschezza della verità, l’immediatezza di un gesto. Per l’idea iniziale egli parte spesso da un’immagine fotografica. Degas colleziona cartoline fotografiche, talvolta ne realizza lui stesso, confrontandosi ben volentieri con la nuova arte, guardata invece con sospetto da altri suoi contemporanei. L’opera in mostra appartiene alla fase matura della produzione dell’artista e testimonia in tutta evidenza l’impiego personale ed efficacissimo che Degas fa del pastello. Soprattutto negli ultimi anni, egli ha preferito questa tecnica per far fronte ai problemi di vista che lo affliggevano e che gli rendevano molto complicato l’uso dell’olio. Sorprendente, come di consueto, è il taglio compositivo. Degas esclude parte della ballerina di sinistra dallo spazio visivo: una scelta che, oltre a accentuare l’immediatezza della scena ritratta, guida lo sguardo dello spettatore di gran lunga oltre al limite del supporto pittorico, suggerendo una spazialità più ampia e complessa di quella compresa nel dipinto.